casa Giardo

Oggi Dino Zoff, leggendario portiere campione del mondo del 1982 compie 70 anni. Io negli anni settanta ero un ragazzino che giocava a pallone come portiere e lui era il mio idolo, il mio modello di riferimento. Mia mamma mi aveva anche fatto la riproduzione della sua classica maglia della nazionale, riadattando un maglione grigio comprato al mercato al quale aveva cucito il colletto blu e lo scudetto tricolore ricavati da scampoli di stoffa. Altri tempi. Di Zoff mi piaceva la serietà e la sportività dell’uomo, prima che il talento del campione. Un grande, un grandissimo, non un buffon qualsiasi.

Quello appena passato è stato il primo fine settimana, da mesi a questa parte, che non ho lavorato. A Mantova comics sono stato benissimo e ringrazio Riccardo, Carlo, Stefano e il grande capo Mauro per la consueta gentilezza e la splendida compagnia. Ho anche conosciuto di persona il vulcanico Mauro Uzzeo, un vero ciclone di vitalità. Ho potuto constatare che le aspettative per il prossimo numero di Nathan Never sono molto alte, merito del fantastico lavoro svolto da tutti sulla Guerra dei Mondi e delle intriganti premesse che daranno vita al prossimo ciclo narrativo delle avventure dell’agente Alfa. Ma ora basta, devo recarmi Altrove…

… di dimensione artistica, diceva in una canzone Elio. In questo caso sono forse anche 40. Di neve, che grazie al gelo in arrivo, diventerà ghiaccio. E intanto io spalo. Yuppie!

Il panorama da brivido intorno a casa mia. Brrr!

Dalle profondità nascoste dei miei cassetti è saltato fuori questo adattamento a fumetti della serie tv  Spazio 1999, scritto e disegnato quando avevo circa 14 anni. Copertina realizzata a china e tempera, interni a pennarello, rilegatura con filo di lana, storia completa di 18 pagine! Beata gioventù! Click sull’immagine per ingrandirla.

Da ragazzo giocavo a calcio, come portiere. Il mio riferimento per il ruolo era il mitico Dino Zoff, contrapposto all’odiato (da me) Albertosi. Ecco perchè, quando dovetti inventare una striscia umoristica per il settimanale “Piemonte Sportivo” (era il 1989) nacque Paperosi, un portiere baffuto tutto papere.

Non ho nulla da chiedere a Babbo Natale, se non che faccia il bravo e non mi porti via quello che ho avuto e che ho contribuito a costruire in questi anni: una famiglia, una casa, qualche buon amico, un lavoro che mi piace. Vabbè, ci sono gli acciacchi, ma finchè si riesce a superarli, che altro si può volere? Buone feste a tutti!

Sono talmente devoto al lavoro che d’ora in poi lavorerò inginocchiato! E’ arrivata la mia nuova sedia ergonomica, regalo di mia mamma non per Natale ma per il mio compleanno di sei mesi fa (il ritardo non è colpa sua, ci ho messo un po’ io a scegliere il regalo). Grazie mamma! La mia schiena e le mie gambe sapranno apprezzare!

… lavoro in pigiama.

Oggi mi sono recato a Torino e, mentre passeggiavo in uno dei più grossi mercati della città, l’occhio è caduto sulla rastrelliera di un’edicola sulla quale erano adagiati in bella vista, affiancati, il nuovo Texone disegnato da Garcia Seijas e il mio Nathan Never, usciti ad un giorno di distanza l’uno dall’altro. Ernesto R. Garcia Seijas è sempre stato uno dei miei disegnatori preferiti, insieme a Romita padre, Kirby, Magnus, Giardino e… Bhè, insomma, sono molti i disegnatori che mi piacciono, ma Sejias ha un posto speciale nei miei ricordi e nelle mie preferenze. Erano i tempi d’oro delle riviste Lanciostory e Skorpio. Sejias disegnava Helena su testi di Wood. Un capolavoro assoluto, lieve, frizzante, sentimentale, drammatico, emozionante. Poi c’era anche il Seijas che prestava i pennelli alla serie avventurosa Skorpio, sublime. Ma su tutte, la mia preferita era Mandy Riley, scritta da Collins, con dei disegni strepitosi per freschezza, espressività e bellezza dei personaggi. Ho quasi ogni singola vignetta di quelle storie ancora stampata nella mia mente. E oggi, il mio lavoro era lì affiancato a quello del Grande Maestro argentino. Emozionato, ho acquistato entrambi gli albi e per un attimo mi sono immaginato fisicamente a fianco di Seijas, come fossimo vecchi colleghi, con lui che mi metteva una mano sulla spalla in segno di approvazione.  Poi, ho aperto le pagine del Texone e sono tornato sotto le sue scarpe…

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