casa Giardo

Neanche te ne accorgi ed è già Natale. Stefania puntualmente ha fatto il presepe e Stefano l’albero. Io ho fatto le foto. Che non rendono merito al lavoro dei due costruttori di simboli natalizi. Cuntentumse! (Che in piemontese vuol dire accontentiamoci!). Auguri!

..non sapevo ancora cosa significasse indossare la maglietta rossa secondo le regole del mondo di  Star Trek… (Per la cronaca, io sono la maglietta rossa in basso a destra)

Come tanti ingenuotti ragazzini nati negli anni sessanta, gli anni duemila me li immaginavo più o meno come si vedevano negli episodi dei Pronipoti. Auto volanti, palazzi risplendenti, tecnologia all’avanguardia, ma soprattutto pulizia e civiltà.

Siamo nell’anno 2010 e la strada davanti casa mia è così come si vede qui sotto. Esco dal cancello ed entro direttamente in una pozza di fango. Si vabbè, ho voluto vivere in campagna? Sì, però a suo tempo per poter vivere in campagna, ho dovuto sborsare al comune 25 milioni del vecchio conio per i cosiddetti “oneri di urbanizzazione”, quei soldi, cioè, che i comuni dovrebbero utilizzare per fare le cosiddette opere di urbanizzazione primaria. Strade, fognature, riscaldamento. Dopo tredici anni che vivo in campagna ho le tubature del gas? No. Ho la fognatura? Figurarsi! Questo però sarebbe pretendere l’impossibile, nel civile mondo del 2010. Ma duecento metri di asfalto, dico duecento scarsi, in tredici anni, porca zozza, non mi sembra di chiedere troppo! Ah, per la cronaca però prossimamente verranno nuovamente rifatti gli asfalti nelle piazze centrali del paese. E io ci andrò a passeggiare felice con le mie belle scarpe infangate.

Secondo teaser per la serie di webisodes che ho ideato. Ho giocato a fare il fantasmino. Mio figlio ha visto il filmato, ha avuto gli incubi e così la scorsa notte ho dovuto dormire per terra nel sacco a pelo nella sua cameretta. In realtà ho tentato di mandarlo a dormire con la mamma proponendo uno scambio di letto, ma dieci minuti dopo il ragazzo è tornato dicendomi che non riusciva a dormire perchè la mamma russava… Ben mi sta, così imparo a giocare al fantasmino.

Halloween è appena passato, per rimanere in tema ecco un filmatino “de paura”. Si tratta di un teaser per una serie di webisodes che dovrei realizzare prossimamente, dal titolo “Souls of Apocalypse”. Il luogo che si vede è il posto dove tutte le mattine accompagno mio figlio a prendere il pullman…

Da tempo un caro amico cerca di convincermi a tornare a giocare a pallone. Da ragazzo giocavo in porta. A me piacerebbe da matti, ma mi sono sempre trattenuto perchè, sostanzialmente, ho paura di farmi male. L’operazione che ho subito anni fa mi rende un soggetto a rischio, in più metti mai che mi sloghi un polso e che debba rimanere fermo col lavoro per un paio di settimane… Tragedia! Stavolta però ho ceduto. Mi sono presentato in campo con la mia maglietta rossa e i calzettoni gialli, per giocare non come portiere ma come attaccante. Al calcio di inizio ho subito toccato la palla che ho passato ad un mio compagno il quale, dopo una galoppata sulla fascia me l’ha restituita al limite dell’area avversaria. Vedo la porta, mi allungo verso il pallone preparandomi per il tiro e mi sento mancare la terra sotto i piedi. Finisco in una buca profondissima e vado a sbattere la testa. Contro il comodino del mio letto. Mi risveglio per terra con un bernoccolo in fronte; in tutta la vita non mi era mai capitato di cadere dal letto. A 46 anni sono evidentemente troppo vecchio anche solo per sognare di giocare a pallone.

Amarcord… Rimettendo a posto un po’ di cose è saltata fuori una vecchia brochure di presentazione dell’agenzia di pubblicità Classic dove lavoravo nella mia vita precedente, quando ero giovane e avevo i capelli! Stento io stesso a riconoscermi nella foto del “paginone centrale” in mezzo a tutto lo staff!

Dopo mesi di attesa ecco che sul tetto di casa sono finalmente arrivati i pannelli fotovoltaici. Considerando le sfighe varie che mi hanno colpito negli ultimi tempi, posso affermare tranquillamente che, al momento della prossima attivazione dell’impianto tra circa un mese, nella provicia di Torino inizierà il periodo della nuova glaciazione. Durerà vent’anni.

Oggi mia mamma, che tra l’altro compie 81 anni, mi ha chiesto se si riusciva a trovare un beccuccio a spazzola di ricambio per il suo aspirapolvere. Ho fatto una ricerca su internet e ho scoperto che l’unica possibilità di scovare quel pezzo era presso un antiquario o qualche collezionista di oggetti antichi. Già, perchè il fedele aspirapolvere di mia mamma è un Hoover Costellation del 1960. Un gioiello di tecnologia e design che ti segue fedele come un cagnolino per tutta la stanza sostenuto da un cuscinetto d’aria. Un aspirapolvere di cinquant’anni fa. Cinquant’anni! Parallelamente in questi giorni mi trovo a dover portare in riparazione un televisore lcd, sempre di mia mamma, che ha tirato le cuoia dopo soltanto un anno dall’acquisto. D’accordo che è ancora in garanzia, però questa cosa è il sintomo di come sono cambiate le cose in cinquant’anni. La tecnologia di allora era fatta per durare, quella di oggi è usa e getta. E’ il progresso.

Contatti

info@giardo.com