Siamo nell’anno 2010 e la strada davanti casa mia è così come si vede qui sotto. Esco dal cancello ed entro direttamente in una pozza di fango. Si vabbè, ho voluto vivere in campagna? Sì, però a suo tempo per poter vivere in campagna, ho dovuto sborsare al comune 25 milioni del vecchio conio per i cosiddetti “oneri di urbanizzazione”, quei soldi, cioè, che i comuni dovrebbero utilizzare per fare le cosiddette opere di urbanizzazione primaria. Strade, fognature, riscaldamento. Dopo tredici anni che vivo in campagna ho le tubature del gas? No. Ho la fognatura? Figurarsi! Questo però sarebbe pretendere l’impossibile, nel civile mondo del 2010. Ma duecento metri di asfalto, dico duecento scarsi, in tredici anni, porca zozza, non mi sembra di chiedere troppo! Ah, per la cronaca però prossimamente verranno nuovamente rifatti gli asfalti nelle piazze centrali del paese. E io ci andrò a passeggiare felice con le mie belle scarpe infangate.
Halloween è appena passato, per rimanere in tema ecco un filmatino “de paura”. Si tratta di un teaser per una serie di webisodes che dovrei realizzare prossimamente, dal titolo “Souls of Apocalypse”. Il luogo che si vede è il posto dove tutte le mattine accompagno mio figlio a prendere il pullman…
Amarcord… Rimettendo a posto un po’ di cose è saltata fuori una vecchia brochure di presentazione dell’agenzia di pubblicità Classic dove lavoravo nella mia vita precedente, quando ero giovane e avevo i capelli! Stento io stesso a riconoscermi nella foto del “paginone centrale” in mezzo a tutto lo staff!
Dopo mesi di attesa ecco che sul tetto di casa sono finalmente arrivati i pannelli fotovoltaici. Considerando le sfighe varie che mi hanno colpito negli ultimi tempi, posso affermare tranquillamente che, al momento della prossima attivazione dell’impianto tra circa un mese, nella provicia di Torino inizierà il periodo della nuova glaciazione. Durerà vent’anni.
Oggi mia mamma, che tra l’altro compie 81 anni, mi ha chiesto se si riusciva a trovare un beccuccio a spazzola di ricambio per il suo aspirapolvere. Ho fatto una ricerca su internet e ho scoperto che l’unica possibilità di scovare quel pezzo era presso un antiquario o qualche collezionista di oggetti antichi. Già, perchè il fedele aspirapolvere di mia mamma è un Hoover Costellation del 1960. Un gioiello di tecnologia e design che ti segue fedele come un cagnolino per tutta la stanza sostenuto da un cuscinetto d’aria. Un aspirapolvere di cinquant’anni fa. Cinquant’anni! Parallelamente in questi giorni mi trovo a dover portare in riparazione un televisore lcd, sempre di mia mamma, che ha tirato le cuoia dopo soltanto un anno dall’acquisto. D’accordo che è ancora in garanzia, però questa cosa è il sintomo di come sono cambiate le cose in cinquant’anni. La tecnologia di allora era fatta per durare, quella di oggi è usa e getta. E’ il progresso.