casa Giardo

Arriva la bella stagione e la campagna comincia a dare i suoi frutti. Dalle immense distese di terreni coltivati saltano fuori… Gatti! Ecco l’ennesimo trovatello sbucato fuori all’improvviso da un campo di mais.

La foto non tragga in inganno: non sto giocando o ammazzando mosche con la Nerf (che potrebbe essere una buona idea, però!). Sto lavorando, davvero!

Come nota positiva in un periodo per me non esaltante dovuto a problemi di salute che non sembrano avere mai fine, oggi sono finalmente arrivati i volumoni ordinati su Amazon.it di Al Williamson (X-9) e Alex Raymond (Rip Kirby). Uno spettacolo! Però… Però, accidenti! La merce ci ha messo undici giorni per arrivare a casa, mi sembra un po’ tanto, ma vabbè. Quello che trovo inconcepibile è che un rivenditore online per eccellenza di libri come Amazon spedisca la merce in un pacco senza un minimo di imballo a protezione dei volumi. Poi ci si mette anche il corriere che, in mia assenza, per non perdere tempo, pensa bene di gettare  il pacco nel giardino facendolo volare con grazia al di sopra del cancello. D’accordo, io non sono come i collezionisti che trattano i volumi con i guanti bianchi, io stesso i libri e i fumetti li distruggo per usura, ma mi verrebbe proprio voglia di rimandare indietro la merce a chi ha così poco rispetto sia per i clienti che per gli oggetti che vende. Uffa!

Da tempo non riesco ad essere assiduo negli aggiornamenti del blog. Non è un periodo esaltante riguardo la salute, l’umore ne risente e divento svogliato, mi chiudo, non ho voglia di condividere. Però non è nemmeno giusto che le cose belle che capitano passino in secondo piano oscurate dai fastidi e dai problemi. Allora ecco la cosa bella: è arrivata, è completa, ha 94 pagine e si chiama (per ora) 250. Ed è stupefacente. Grazie Antonio, grazie Mirko.

E’ un po’ di tempo che non aggiorno il blog, tanto lavoro e tanti impegni da una parte e purtroppo tante cose brutte e inquietanti che succedono in giro per il mondo sulle quali ci sarebbe moltissimo da dire ma che preferisco commentare in silenzio. Il silenzio è da una parte espressione di dolore e rispetto e allo stesso modo comunica sdegno e inquietudine. Tornando al lavoro, sabato 9 aprile sarò a Torino Comics a firmare un disegno sulla Guerra dei Mondi, e ogni riferimento a fatti reali è puramente casuale.

Una volta di una persona di una certa età piena di vigore e interessi si diceva: “Ha l’entusiasmo di un ragazzino”. In questo periodo sto lavorando ad alcuni progetti con dei coetanei. Gente dai quaranta ai cinquant’anni e oltre. Gente che dopo una giornata di duro lavoro magari tira tardi fino alle due, tre di notte fantasticando sulle cose da fare, con gli occhi che brillano di entusiasmo quando si discute, si progetta, si costruisce insieme. Per contro vedo in giro una gran maggioranza di giovani che trascinano a fatica i piedi e parlano del nulla bofonchiando monosillabi. Non voglio generalizzare, non sono tutti così per fortuna, ma quelli che si distinguono è perchè hanno l’entusiasmo e l’energia di un uomo di mezza età.

Estratto dalla pagella del primo quadrimestre di mio figlio, prima superiore… Sex Orale a tutto andare!? Non ci sono più le scuole di una volta…

Splendido compito per le vacanze di Natale assegnato dalla professoressa di italiano a mio figlio: leggere “Farenheit 451”. Titolo che più o meno tutti conoscono no? Sì, insomma, quello dove bruciano i libri… Io ne conoscevo la trama però non lo avevo mai letto. Forse da bambino avevo visto il film di Truffaut in tv, ma ero troppo piccolo per apprezzarlo. Quindi ho colto l’occasione per leggerlo insieme a mio figlio e sono rimasto meravigliato dall’attualità e dall’universalità delle tematiche affrontate in questo piccolo capolavoro.  Cito uno dei passaggi che più mi ha colpito. “Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos’altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l’uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita”.

Eh, sì, ogni tanto fare i compiti dà soddisfazione.

A tre minuti dall’inizio del nuovo anno, il tappo della bottiglia di spumante è decollato da solo, senza preavviso nè conto alla rovescia, andando ad infrangersi contro la mia arcata sopraccigliare. Pe-pe-pepeppepe, Pe-pe-pepeppepe… Auguri!

Oggi si chiude il decennio più brutto della mia vita. Spero che il nuovo decennio che va ad iniziare non abbia intenzione di infrangere questo maledetto record, ma ho paura che, alla fine, ci riuscirà… Evviva l’ottimismo e in bocca al lupo!

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